La mia Miseno
Giovanni Mangiapia | Pubblicato il |
Un poetico itinerario turistico di Miseno, Bacoli
Venite, venite con me, vi porto con me a scoprire la magia di Miseno. Si parte da…
Marina piccola di notte
Ultima tappa prima di rincasare,
ogni notte si entrava nella cartolina
e si prendeva posto su una panca al bordo,
là dove il rumore delle bocce permane.
Un ultimo respiro di umidità,
con gli occhi fissi all’orizzonte
e palpebre pesanti.
Dal mare il rumore ritmico
dei fili d’acciaio sull’albero
di poche barche a vela alla rada,
sotto l’influsso del lieve beccheggio
intona una ninna nanna
accompagnata dal lento riflusso delle onde
e il rintocco di una campana lontana.
Uno sguardo ad Est
Ed è ancora presto per l’alba,
allora lo volto svogliatamente a Nord
a cercare la stella madre
per farmi guidare fino all’uscio,
dopo il saluto agli amici,
ed è pace.
Solo poche ore di sonno e ancor prima dell’alba si va…
Spiaggetta verde
(Detta degli innamorati)
Su una piccola barca a remi
Scivolavo via, spensierato, oltre
la scogliera del porticciolo.
Accarezzavo la brezza davanti all’antico ninfeo,
e respiravo magia mentre all’ancora mi fermavo.
Rigogliose piante di capperi
appesi alla parete di tufo
si rispecchiavano nelle acque del seno
dando smeraldini riflessi.
Di fronte, una ruvida pomice
saliva irta, coperta, qua e là,
di agave e selvatiche ferule
con spettacolari pennacchi floreali.
Arrampicandoci sconsideratamente,
frementi di vita, ci tuffavamo
nel limpido e solitario mare,
per poi nuotare fin alla piccola spiaggia
e stenderci al sole su una grossolana rena.
Ammaliati dal luogo, ci si innamorava,
respirando amenità, il controllo dei sensi scompariva,
e prigionieri dell’amore ci arrendevamo.
Si riprende il mare, verso ovest per giungere infine in una traversata indietro nel tempo a…
Quando …Cala Moresca d’estate
Scendevo per le scale scolpite nella pietra
e il secco odore del tufo era ancora mischiato
al sudore di tante ossute e capaci mani.
Giù si andava, con accortezza,
tra cespugli secchi e lucertole al sole
in un girone dantesco,
fino a cogliere l’impareggiabile premio.
Solo mia e di pochi intimi, la cala,
regalava un fondale incantato,
bianco di mille veneree valve.
Sull’irripetibile trasparenza delle acque,
io, ancora bambino, guardavo passare
i temuti guerrieri Saraceni, di ritorno
da sanguinose scorrerie.
La storia meravigliava,
e da Capri, a poche bracciate,
l’aria trasportava,
insieme allo stridio di una gavina,
il melodico canto delle Sirene.
Non lasciarti ammaliare, mi dicevo,
è ora di tornare, e stavolta da naufrago,
un po’ greco un po’ romano un po’ moro,
ma comunque eroe, nuotavo e sfinito spiaggiavo.
Noi invece proseguiamo a piedi, iniziando l’ascesa del promontorio per ritrovarci…
Sul faro di Miseno
Nuvole bianche,
nuvole come anime,
leggere seguono il vento
e le passioni umane.
Seduto sul crinale
a me caro dalla gioventù
aspetto le prime gocce
bagnato di blu
tutt’uno col mio mare,
la mia storia e il salino
del mio sapere,
mi sento anima.
Ci fermiamo, stanchi ma felici, c’è tanto ancora da scoprire, lo faremo magari in futuro, adesso, da quassù ci godiamo il paradiso o qualcosa di simile!
Scritto da: Rino Costigliola
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